Paura del dentista
Come puoi superare la paura?
La paura del dentista affligge molti pazienti, soprattutto a causa di brutte esperienze vissute in passato. Oggigiorno esistono invece diverse tecniche e strumenti che ci permettono di trattare te come paziente, inducendoti in uno stato di estremo rilassamento.
La sedazione cosciente con Protossido di Azoto è attualmente lo strumento che con maggiore efficacia può diminuire ansia e dolore. È un gas che, erogato in tutta sicurezza da un’apposita macchina, accompagna il paziente verso uno stato di estremo relax.
Il protossido è assolutamente sicuro, adatto anche ai bambini e l’effetto svanisce dopo massimo cinque minuti dall’interruzione della somministrazione.
Le cure del dentista fanno male?
Affermare che le cure del dentista siano tutte esenti da fastidio, sarebbe sicuramente scorretto. Il cavo orale è una parte del corpo estremamente sensibile e riccamente innervata. Ma certamente l’esperienza e il costante aggiornamento nell’utilizzo di strumentazione innovativa e delle terapie odontoiatriche più avanzate, riducono al minimo i tuoi fastidi.
Si può fare l'anestesia totale per mettere gli impianti?
Sì, è possibile. L'anestesia totale in ambito odontoiatrico è suggerita in alcuni casi di interventi chirurgici complessi, come ad esempio gli impianti dentali. Non è possibile farla in un ambulatorio dentistico, ma è necessario intervenire in una sala operatoria attrezzata, alla presenza di un medico anestesista.
Nella maggior parte dei casi però, è sufficiente l’anestesia locale in eventuale abbinamento alla tecnica della sedazione cosciente che, grazie all'uso di farmaci ansiolitici o al protossido di azoto, ti mantiene rilassato ma cosciente.
Sbiancamento dei Denti
Come si sbiancano i denti?
Lo sbiancamento dei denti è un trattamento cosmetico che può essere realizzato soltanto su denti naturali, sia vitali che devitalizzati, ma non su denti protesizzati oppure otturazioni.
Il processo che agisce sulla schiaritura dello smalto avviene attraverso l’utilizzo di paste contenenti perossido di idrogeno o di carbamide.
Si ricorre allo sbiancamento dentale anche in caso di discromie provocate da stati patologici o da emorragie interne al dente.
I denti possono essere sbiancati nello studio medico dentistico, in tal caso si parla di office bleaching o fornendoti delle mascherine e dei prodotti sbiancanti che utilizzerai a casa, walking bleaching.
Lo sbiancamento di denti devitalizzati invece, si pratica in studio inserendo pasta sbiancante nel dente protetta da una otturazione provvisoria. L’otturazione verrà rimossa ed eventualmente applicata nuovamente la settimana successiva fino ad ottenere il risultato ottenuto.
Fa male sbiancare i denti?
Lo sbiancamento dei denti è assolutamente indolore e non intacca lo smalto. Occorre però una visita preliminare dal dentista che terrà conto della tua situazione di denti e gengive: è necessario infatti che i denti non debbano presentare lesioni cariose e le gengive non debbano essere infiammate.
Consigliamo di sottoporti prima a una seduta di igiene dentale per eliminare anche placca e tartaro, che andrebbero a limitare l’effetto sbiancante.
Dopo il trattamento di sbiancamento dentale bisogna evitare fumo, cibi e bevande colorate per almeno 24/48 ore per non vanificare l’effetto del trattamento.
Quanto dura l'effetto dello sbiancamento nel tempo?
La durata del trattamento di sbiancamento dentale varia in base a molti fattori: primo tra tutti dalla tua igiene orale.
Generalmente, il tempo medio di durata è di circa due anni, trascorsi i quali il trattamento può essere ripetuto senza problemi.
I denti sbiancati sono sensibili al freddo?
Può succedere che i denti sottoposti al trattamento di sbiancamento possano risultare sensibili al freddo. In quel caso il dentista applicherà prodotti specifici direttamente sui denti. In alternativa possono essere utilizzati a casa dentifrici desensibilizzanti..
Il fenomeno comunque svanisce da solo nel giro di qualche giorno.
Implantologia
Cos'è un impianto?
Un impianto è una radice artificiale cilindrica o conica in titanio inserita nell’osso, che va a a sostituire la radice di un dente mancante.
La superficie dell'impianto può essere trattata con sabbiatura e/o mordenzatura acida. Questi processi la rendono ruvida per aumentare la superficie di contatto con l’osso. Il contatto tra osso e impianto prende il nome di osteointegrazione. Dopo l’inserimento della radice artificiale, si sutura di norma la gengiva al di sopra e si lascia il tutto sommerso per il tempo necessario.
L’impianto dopo tre-quattro mesi dall’inserimento viene scoperto nuovamente con una piccola incisione. Sulla testa dell’impianto verrà avvitato o cementato un dente finto.
In alcuni casi particolari è possibile fare il cosiddetto carico immediato, avvitando nella stessa giornata dell'intervento, o entro un paio di giorni una protesi agli stessi impianti.
Esistono numerosi e diversi sistemi implantari. È buona norma che tu sappia che tipo di impianto sia stato inserito, ti verrà consegnato inoltre il passaporto implantare. È un importante documento che contiene misure e marca dell’impianto, il tipo, la data di inserimento e il materiale utilizzato.
È preferibile che il dentista utilizzi impianti dentali ben testati, confermati dalla letteratura scientifica internazionale ed utilizzati in tutto il mondo.
Fa male mettere un impianto?
La procedura di inserimento dell’impianto, grazie all’anestesia, risulta totalmente indolore. Anche il post operatorio generalmente è tranquillo, in alcuni casi però possono insorgere lieve dolore, gonfiore e occasionale sanguinamento.
I farmaci idonei, uniti ai costanti suggerimenti del dentista, presente dopo ogni intervento di implantologia, ridurranno l’incidenza di queste eventualità.
Gli impianti quanto durano?
Quanto durano gli impianti dentali è una domanda a cui non si può rispondere con certezza in quanto dipende da molti fattori, tra i quali:
● una corretta igiene orale e la tua costanza nei controlli periodici;
● l’abilità del medico implantologo;
● la pressione masticatoria che verterà sull’impianto;
● un’accurata selezione del paziente, in quanto non tutti sono candidati ideali all’implantologia dentale;
● la tua situazione generale di salute.
Sicuramente i controlli periodici e le sedute professionali di igiene orale prolungano di molto la durata degli impianti.
E se c'è il rigetto?
Gli impianti dentali non sono soggetti a rigetto, ma possono comunque fallire.
Il fallimento precoce è dato dalla mancata osteointegrazione dell’impianto.Questo problema si risolve facilmente inserendo immediatamente un nuovo pilastro, oppure dopo aver atteso un periodo di guarigione.
Il fallimento tardivo invece, si chiama perimplantitee consiste nell’infiammazione dei tessuti che circondano la vite in titanio. È la causa più comune del fallimento di un impianto e va prevenuta attraverso controlli periodici e sedute di pulizia dentale professionale.
Si può mettere un impianto subito dopo aver estratto il dente?
In linea di massima è possibile mettere un impianto subito dopo aver estratto un dente, ma non sempre.
È importante che vengano soddisfatte alcune condizioni:
● l’osso deve essere sano, integro e deve garantire la stabilità dell’impianto, che deve essere fisso;
● sarai sottoposta ad una visita per escludere eventuali malattie parodontali in corso;
● dovrai mantenere una corretta igiene orale e venire periodicamente alle successive visite di controllo.
● dovrai essere in grado di non masticare sull'impianto per tutto il periodo di guarigione
Tutti possono ricevere gli impianti?
Assolutamente no, esistono controindicazioni assolute all’inserimento degli impianti dentali:
● infarto del miocardio insorto entro 6 mesi;
● angina pectoris instabile;
● gravi emopatie non compensate, che inficiano la coagulazione del sangue;
● gravi malattie sistemiche;
● paziente sottoposto a radioterapia da poco tempo;
● diabete con emoglobina glicata >9%;
● paziente trattato con bifosfonati.
Vi sono poi alcune controindicazioni relative, come ad esempio:
● malattia parodontale, che deve essere assolutamente trattata prima dell’ intervento;
● fumo di sigaretta o abitudine di masticare tabacco;
● età inferiore 20 anni.
Dovrà essere il dentista a selezionare i pazienti idonei all’intervento di implantologia dentale o ad escluderli, suggerendo soluzioni alternative e consentire loro di rimettere i denti persi e riabilitare comunque masticazione ed estetica orale.
Protesi
Cos'è la protesi?
La protesi dentale è un manufatto, realizzato da un odontotecnico professionista sotto la prescrizione di un medico odontoiatra, utilizzato per sostituire la dentatura originaria persa o danneggiata per motivi funzionali ed estetici.
La disciplina della protesi dentaria è divisa in due branche:
● protesi fissa, che riabilita il paziente con denti fissi su impianti o su denti naturali utilizzati come pilastri a cui collegare gli elementi dentari mancanti;
● protesi rimovibile, o mobile, che ripristina la masticazione con dispositivi che devono essere rimossi dalla bocca per le procedure di igiene quotidiana.
Cos'è la protesi mobile?
La protesi mobile consiste nella sostituzione di denti mancanti o danneggiati, attraverso l’applicazione di dispositivi protesici rimovibili.
Nonostante oggigiorno, grazie all’affermarsi dell’implantologia dentale, quasi a tutti si può applicare una protesi fissa, molti pazienti, per diversi motivi, vengono trattati con protesi rimovibili che, se ben fatte, sono comunque confortevoli e ripristinano funzione ed estetica.
Cos'è la protesi fissa?
La protesi fissa si occupa della sostituzione di denti mancanti o danneggiati, con un manufatto fisso ancorato ai denti sani residui o a impianti.
● Le corone o capsule sono manufatti, che ricoprono i denti compromessi per proteggerli da problemi futuri e per aumentare la resistenza.
● I ponti invece, sono costituiti da corone che vengono cementate a denti sani o a impianti, i quali fungono da pilastri supportano i denti finti, alloggiati dove è presente lo spazio vuoto.
Spesso i ponti dentali sono più complessi e sostituiscono molti elementi persi su più di due pilastri.
Ciò che hanno in comune ponti e corone è che non si possono rimuovere, sono denti fissi e quindi più favorevolmente accettati dai pazienti.
Si vedono i denti finti?
Generalmente no, ma dipende da numerosi fattori, come i materiali usati, l’abilità e l’esperienza del dentista e dell’odontotecnico, dalle loro conoscenze nel campo della protesi estetica dentale e del viso, e dalla correttezza delle procedure seguite.
I materiali utilizzati attualmente, come ad esempio le ceramiche senza metallo, consentono di ripristinare l’estetica dentale assicurando risultati estremamente naturali.
Cos'è la ceramica senza metallo?
Scegliere una corona ceramica senza metallo significa utilizzare una capsula dentale priva di materiali metallici, affinché possa incontrare le tue esigenze, se soffri di intolleranza alle leghe metalliche o a nichel, cromo, cobalto, mercurio, palladio, argento o rame.
Una soluzione protesica senza metallo migliora la tua qualità di vita perché tollerata perfettamente, senza alcun tipo di rinunce. Tra i materiali all’avanguardia, idonei al caso, troviamo le corone in disilicato di litio e in zirconia, caratterizzate da alta qualità, solidità e lucentezza.
Possono migliorare l'estetica del mio sorriso?
Sono i materiali più indicati per migliorare l’estetica del sorriso . Sono estremamente mimetici, dall’effetto assolutamente naturale che, per aspetto e trasparenza, si confondono con il normale smalto.
L’impatto estetico molto gradevole, unito alla resistenza, rendono questi materiali i più ricercati e validi nel settore dell’odontoiatria.
Quanto durano i denti finti?
Secondo la letteratura internazionale, per i denti finti la durata è in media 10 anni.
In verità la durata dei lavori odontoiatrici dipende da molti fattori e principalmente da:
● come è stato realizzato il lavoro;
● dai materiali usati;
● dalla cura del mantenimento con corretta igiene orale domiciliare e in studio;
● dall’insorgenza o meno di patologie che ne mettono a rischio la durata, per esempio il diabete;
● da eventuali traumi subiti.
È importante sottoporsi a sedute periodiche di pulizia dentale in studio, comunicando all’equipe ogni variazione riguardante la propria salute orale e la condizione sistemica.
I Bambini dal Dentista
A che età devo portare mio figlio dal dentista la prima volta?
Il primo incontro del bambino con il dentista, generalmente intorno ai 3 o 4 anni, non deve essere una visita e non devono essere fatte terapie, è appunto solo un incontro conoscitivo durante il quale il bambino riconosce lo studio dentistico come un ambiente “amico”.
Per i bambini, un controllo dal dentista esperto in pedodonzia, è consigliato in genere periodicamente ogni 6/12 mesi.
Cosa sono le sigillature?
La sigillatura dei denti è una metodica di prevenzione della carie riconosciuta e utilizzata in tutto il mondo ormai da molti decenni.
Consiste nella chiusura dei solchi normalmente presenti sulla superficie masticante dei denti per prevenire la carie.
La tua igiene orale deve comunque essere accurata, per evitare che lesioni cariogene possano formarsi in altre zone, come ad esempio tra un dente e l’altro.
L'integrità delle sigillature deve essere controllata periodicamente durante visite preferibilmente semestrali e, nel caso ne venga riscontrata la perdita parziale o totale, è necessaria la reintegrazione.
Come prevenire le carie di mio figlio?
Alcune informazioni utili per la corretta igiene orale del neonato e del bambino:
● le gengive dei neonati devono essere pulite con una garzetta umida;
● spuntati i denti da latte, è opportuno continuare a pulire i dentini con la garza. Non appena il bimbo cresce, occorre fargli prendere confidenza con lo spazzolino, iniziando per gioco;
● dai 2 ai 6 anni sono i genitori che devono spazzolare i dentini del bambino, utilizzando uno spazzolino morbido;
● dopo i sei anni di età, bisogna utilizzare dentifrici ricchi di fluoro e controllare che il bambino sia accurato quando si lava i denti;
● per ridurre il rischio di carie bisogna evitare il ciucciotto con zucchero o miele e l’utilizzo del biberon per farlo addormentare. I denti devono essere puliti quando si va a letto, per cui anche se il bimbo assume zuccheri la sera, è importante lavare sempre i denti prima di dormire.
Ti suggeriamo di iniziare a portare i bimbi dal dentista già a partire dai tre-quattro anni di età, per far prendere loro confidenza con l’ambiente e con lo specialista. Quest’ultimo accerterà la presenza di una buona salute orale e, nel corso dei controlli successivi, verificherà che il processo di dentizione avvenga nel modo corretto.
Si curano i denti da latte?
I denti da latte devono essere curati perché consentono l’eruzione dei definitivi nella posizione corretta, per questo motivo è importante mantenerli in salute e al loro posto, fino a quando non saranno pronti per cadere.
Molti genitori si rivolgono allo specialista solo quando il bambino avverte dolore, ma la cura del dentino dolorante è invasiva e complicata e spesso, se il bimbo è troppo piccolo, si rende addirittura impossibile da effettuare.
Ecco perché, è davvero importante iniziare a sottoporre i piccoli pazienti a regolari controlli già in tenera età, in modo da poter prevenire l’insorgenza di carie, di fastidiosi mal di denti e malocclusioni.
Igiene Orale
Come si usa lo spazzolino?
Lavare i denti ogni giorno e dopo ogni pasto, è una regola fondamentale per la salute dei tuoi denti. Ma sei sicuro di sapere come si usa lo spazzolino?
Di seguito alcuni accorgimenti per un corretto utilizzo:
● le setole dello spazzolino devono devono essere posizionate a 45 gradi e aderire sia alla superficie del dente sia al bordo della gengiva;
● spazzolare senza esercitare eccessiva pressione la superficie del dente dalla gengiva;
● spazzolare accuratamente 2-3 denti alla volta, assicurandosi di arrivare a pulire tutte le superfici, anche quelle interne;
● non dimenticarti della parte interna anteriore dei denti, dove si forma di più il tartaro. Inclinare verticalmente lo spazzolino dietro ai denti e passarlo più volte con movimento ascendente e discendente;
● sistemare lo spazzolino sulla superficie di morsicatura dei denti e procedere in avanti e indietro, strofinando con con delicatezza.
Per mantenere un’igiene orale ottimale non dimenticare di sottoporti periodicamente a una seduta di pulizia dentale professionale presso lo studio dentistico di fiducia.
Devo usare il filo interdentale? Come si usa?
Il filo interdentale va sicuramente utilizzato ed è un ottimo presidio per pulire le superfici tra dente e dente non raggiungibili dallo spazzolino.
Ecco come utilizzarlo al meglio:
● taglia un pezzo di filo interdentale di circa 20 cm;
● arrotola i capi del filo attorno alle dita medie e mantienilo in tensione con gli indici;
● inserisci il filo negli spazi interdentali con un delicato movimento orizzontale, fino a farlo arrivare in prossimità della gengiva;
● avvolgi un dente alla volta e sfrega il filo dalla base fino alla corona;
● ripeti la procedura sul dente accanto, per tutti gli spazi interdentali.
Sarebbe preferibile passare il filo interdentale prima di usare lo spazzolino, di modo che quest’ultimo possa eliminare dal cavo orale placca e batteri portati in superficie.
Cos'è la placca batterica?
La placca batterica è un agglomerato di germi molto resistenti che aderiscono alle superfici dei denti. Sono i responsabili delle più comuni patologie orali, come carie e parodontiti.
Questo perché la saliva, che ricopre le superfici dei denti con una “pellicola” proteica, viene colonizzata dai batteri presenti in bocca che si cibano di zuccheri e producono un acido in grado di attaccare lo smalto.
È così che si forma la carie dentale. La placca si accumula principalmente nello spazio tra un dente e l’altro, alla base degli stessi, nei solchi e nelle fossette.
Una volta forato lo smalto, i batteri hanno libero accesso agli strati profondi del dente fino ad arrivare alla polpa ed è in quel momento che avvertiamo il dolore. Significa quindi che la carie ha raggiunto il nervo e il dente deve essere devitalizzato.
Perchè ho l'alito cattivo?
L’alito cattivo, o alitosi, è un disturbo fastidioso della bocca che può essere provocato da numerose cause:
● cattiva igiene orale;
● piorrea;
● carie;
● alimenti particolari;
● fumo;
● alcool.
Il cibo che ristagna in bocca va incontro a processi di putrefazione che causano il cattivo odore. Anche la xerostomia, cioè scarsa salivazione, può esserne causa.
Altre volte, invece, l’alitosi è provocata da patologie che non hanno nulla a che fare con la bocca, come per esempio:
● reflusso gastroesofageo;
● diabete;
● cirrosi epatica;
● tonsilliti;
● bronchiti.
Il ruolo del dentista in questi casi è quello di identificare la patologia che causa il disturbo e suggerirti il giusto trattamento di terapia conservativa o parodontologia.
Se la problematica scatenante l’alitosi non fosse di sua pertinenza, naturalmente ti indirizzerà verso lo specialista di riferimento.
Chi è abilitato ad eseguire un’igiene professionale all’interno di uno studio odontoiatrico?
L’igienista dentale è una figura professionale deputata alla pulizia dei denti e alla prevenzione.
Si tratta di professionisti laureati in igiene dentale che, insieme ai dentisti, sono abilitati a svolgere sedute di pulizia dentale professionale all’interno dello studio dentistico.
Conservativa
Cosa sono le carie?
Le carie sono lesioni dei denti causate dagli acidi prodotti dai batteri, in seguito al metabolismo degli zuccheri. L’acido corrode e buca lo smalto dei denti fino a raggiungere il tessuto sottostante, la dentina. La dentina è più tenera e quindi più aggredibile dai batteri, che la attraversano fino a raggiungere la camera pulpare, la cavità che contiene vasi sanguigni e nervi.
Una volta infiammati questi tessuti, la cura della carie non è più sufficiente ed è necessario procedere alla devitalizzazione del dente.
Si devono curare le carie anche se non fanno male?
È fondamentale curare la carie quando ancora non fa male, prima che raggiunga il nervo. Se la carie arriva alla polpa dentaria, potresti avvertire un dolore molto intenso. In questo caso, la semplice otturazione non è più sufficiente e dovrai provvedere alla devitalizzazione del dente.
La terapia endodontica, oltre a indebolire il dente interessato, allunga i tempi alla poltrona e concorre all’aumento dei costi. Per questo motivo, la prevenzione si rivela sempre l’arma vincente.
Come si cura la carie?
Si rimuove il tessuto cariato da smalto e dentina fino a raggiungere il tessuto sano, che si riconosce perché è molto più duro. Una volta rimossa la carie, il dente va otturato in questo modo:
● si modella la cavità ottenuta perché sia adatta ad accogliere la pasta per l’otturazione;
● si tratta il dente con sostanze che consentono alla pasta di aderire;
● si applica la pasta;
● la si fa indurire mediante l’uso di lampade che emettono luce ultravioletta;
● si rifinisce l’otturazione con delle frese apposite, per consentire una masticazione corretta;
● la si lucida con dei gommini.
Come pasta da otturazione si utilizza il composito dentale, un materiale resinoso di colore bianco che aderisce perfettamente al dente.
Devitalizzazioni
Che cos'è la devitalizzazione?
La devitalizzazione consiste nell’asportazione della polpa di un dente. Il canale radicolare, viene poi chiuso con un materiale biocompatibile di origine vegetale, che prende il nome di guttaperca. Di seguito, i passaggi di questa procedura:
● viene asportata la polpa dentale, che comprende vasi sanguigni e nervi;
● vengono opportunamente disinfettati la camera pulpare e i canali che corrono lungo le radici del dente;
● successivamente i canali vengono allargati e sagomati;
● le strutture vengono otturate utilizzando la guttaperca.
La devitalizzazione del dente è un procedura chirurgica, quindi è obbligatorio l’uso della diga di gomma, una membrana in grado di isolare il dente dall’ambiente orale e dai batteri.
Quando si devitalizza un dente?
La patologia principale che rende necessaria la devitalizzazione è la carie dentale, che raggiunge ed infiamma la polpa, costituita da vasi sanguigni e nervo all’interno del dente. Tra le altre cause, le più frequenti sono:
● traumi dentali;
● ipersensibilità dentinale non risolvibile con altri trattamenti;
● ascessi e infezioni della polpa dentaria.
In caso di traumi dentali, il dente viene devitalizzato e successivamente ricostruito. Se il tessuto dentale sano dovesse essere insufficiente, è possibile recuperarlo attraverso l’applicazione di corone dentali o faccette estetiche in ceramica.
Il dente devitalizzato non si caria più?
Il dente devitalizzato può comunque cariarsi. L’asportazione del nervo infatti, non diminuisce il rischio di carie. Per questo è molto importante, ai fini della prevenzione, evitare di incorrere in carie di grosse dimensioni e mantenere una buona igiene orale.
La devitalizzazione del dente è una procedura che elimina i sintomi dolorosi, ma non impedisce in alcun modo ai batteri cariogeni di poter attaccare lo smalto dentale.
Può fare ancora male un dente devitalizzato?
Subito dopo la devitalizzazione, il dente può essere dolorante per un periodo e il dolore generalmente decresce progressivamente fino a scomparire del tutto.
Il dente devitalizzato può invece far male anche dopo anni, a causa di cure canalari mal eseguite o all’instaurarsi di fratture e traumi dentali. Un elemento dentale sottoposto al trattamento di devitalizzazione è infatti più fragile e, di conseguenza, anche più soggetto a rompersi.
Alcune volte il dente può presentare dei microscopici canali secondari,non detergibili e praticamente impossibili da otturare. In questo caso quindi, anche se la terapia canalare è stata eseguita correttamente, si può verificare la formazione di granulomi o ascessi, che rendono necessario un nuovo trattamento del dente.
Non sempre purtroppo il ritrattamento migliora il quadro clinico: è possibile provare a intervenire chirurgicamente asportando la punta della radice malata (apicectomia). Se nemmeno questa procedura dovesse portare risultati, l’unica possibilità è l’estrazione chirurgica dell’elemento interessato.
Parodontologia
Cos'è la malattia parodontale?
La malattia parodontale è un’infiammazione dei tessuti di supporto del dente (osso, legamento e cemento radicolare) e conduce progressivamente alla perdita sia ossea che gengivale.
Conosciuta anche come piorrea, questa patologia può portare, in stadio avanzato, alla mobilità e successiva perdita dei denti. La causa principale è la placca batterica che si accumula fra denti e gengive.
Per impedire che i tessuti dentali vengano irrimediabilmente compromessi dai temibili batteri orali, è importante rivolgersi a un professionista esperto in parodontologia, capace di riconoscere e curare i danni della parodontite, prima che sia troppo tardi.