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La discromia dei denti devitalizzati

Dic. 24 Blog Salute Orale Trattamenti Dentali

La discromia dentale post-devitalizzazione si riferisce alla variazione cromatica osservabile in un dente sottoposto a trattamento endodontico, il quale tende ad assumere una tonalità più scura rispetto ai denti vicini. Questo fenomeno cromatico si manifesta tipicamente con un aspetto grigiastro, brunastro o talora nerastro del dente interessato. Tale discromia compromette l’estetica del sorriso, generando nel paziente il desiderio di correggere questo disagio per ripristinare un aspetto più naturale.
Molti pazienti si chiedono perché un dente devitalizzato, che tecnicamente è privo di nervo e quindi insensibile, cambi colore.
Sebbene il trattamento endodontico comporti la rimozione della polpa dentale, le strutture dentarie residue persistono e possono subire modifiche nel tempo. Questi cambiamenti cromatici sono frequentemente attribuibili alla presenza di residui ematici o materiali impiegati durante la procedura endodontica, che possono infiltrarsi e depositarsi nei tubuli dentinali. I tubuli dentinali sono minuscoli canali presenti all’interno della dentina, che è il tessuto calcificato situato sotto lo smalto del dente e sopra la polpa dentale.
La comprensione della discromia associata ai denti devitalizzati è fondamentale per affrontare efficacemente le implicazioni estetiche.
Una conoscenza approfondita di questo fenomeno consente sia ai pazienti sia ai professionisti odontoiatrici di adottare strategie informate e considerare interventi correttivi appropriati, quali lo sbiancamento interno o l‘utilizzo di faccette estetiche, per ripristinare l’armonia cromatica del sorriso.

Quali sono le cause delle macchie sui denti devitalizzati?

Le discromie nei denti devitalizzati derivano da una serie di fattori complessi.
Un’analisi aiuta a comprendere queste cause, come illustrato di seguito:• Degradazione dei residui ematici: durante la devitalizzazione, residui ematici possono rimanere intrappolati nella camera pulpare e nei tubuli dentinali. L’ossidazione di questi residui provoca la formazione di pigmenti scuri che alterano il colore del dente. La trasformazione dell’emoglobina in composti come l’emosiderina accentua ulteriormente questa alterazione cromatica.
• Uso di materiali di riempimento inadeguati: materiali utilizzati per riempire la camera pulpare possono contenere componenti come metalli o coloranti che interagiscono con i tessuti dentali. Soprattutto materiali datati possono rilasciare ioni metallici che penetrano nella dentina, modificando il colore del dente nel tempo.
• Fattori esterni: come il consumo di tabacco, cibi e bevande pigmentati possono infiltrarsi nei microspazi dentinali più facilmente nei denti devitalizzati, amplificando il problema.
• Effetti dell’età e dell’usura: con l’invecchiamento, i denti subiscono cambiamenti fisiologici.

L’usura della superficie dentale facilita l’assorbimento di pigmenti da alimenti e bevande, come caffè e vino. Inoltre, il ridotto spessore dello smalto rende più visibile la dentina, spesso di tonalità più scura.
L’interazione di questi fattori rende la gestione della discromia nei denti devitalizzati una sfida importante, richiedendo lo sviluppo di strategie di prevenzione e trattamento efficaci.

Evoluzione della discromia nel tempo

In passato, la discromia dei denti devitalizzati rappresentava una sfida notevole, principalmente a causa delle tecniche endodontiche e dei materiali di riempimento meno avanzati.

Durante quegli anni, le limitazioni tecnologiche in odontoiatria non consentivano di raggiungere l’accuratezza e la pulizia oggi ottenibili, e i materiali utilizzati per il riempimento spesso contribuivano all’alterazione cromatica dei denti trattati.
Con il progresso tecnologico e l’evoluzione delle tecniche odontoiatriche, l‘incidenza di discromia nei denti devitalizzati è notevolmente ridotta. Attualmente, i materiali impiegati sono progettati per essere più biocompatibili e meno suscettibili a causare variazioni cromatiche.
Nonostante questi avanzamenti, la possibilità di recidive non è completamente eliminata.
È fondamentale che i pazienti comprendano l’importanza dei controlli dentali regolari e della manutenzione per prevenire o mitigare la discromia.
Nonostante i progressi nelle tecniche odontoiatriche, le recidive di discromia nei denti devitalizzati possono ancora verificarsi. Le moderne procedure di devitalizzazione sono progettate per minimizzare queste eventualità, ma vari fattori come la genetica, la dieta e l’igiene orale possono influire.
Oggi possiamo utilizzare diverse tecniche per monitorare e gestire la discromia. Controlli regolari, le radiografie e l’analisi dei tessuti dentali aiutano a individuare eventuali problemi prima che diventino evidenti. Inoltre, la disponibilità di trattamenti estetici offrono ulteriori opzioni per affrontare la discromia.

Quali sono le tecniche per eliminare la discromia dei denti devitalizzati?

La gestione della discromia nei denti devitalizzati può essere affrontata attraverso una serie di strategie terapeutiche avanzate.
In primo luogo, lo sbiancamento interno, noto anche come bleaching endodontico, si è dimostrato efficace. Questo approccio prevede l’applicazione di agenti sbiancanti direttamente all’interno della camera pulpare del dente, consentendo una modifica del colore dall’interno verso l’esterno, con risultati significativi in molti pazienti.
Quando lo sbiancamento interno non raggiunge i risultati estetici desiderati, le faccette dentali offrono una valida alternativa. Questi sottili involucri in ceramica o resina composita vengono applicati sulla superficie anteriore del dente, coprendo efficacemente le discromie e migliorando l’aspetto generale del sorriso del paziente.
In situazioni in cui la discromia è accompagnata da danni strutturali o estetici più estesi, la rimozione e sostituzione della corona del dente può essere indicata. Questa procedura non solo ripristina l’estetica, ma garantisce anche la funzionalità del dente trattato.

Gli sviluppi nei materiali endodontici hanno portato all’introduzione di composti biocompatibili e resistenti alla discromia. L’uso di cementi bioceramici e sigillanti a base di resina avanzata ha ridotto significativamente l’incidenza di alterazione cromatica post-trattamento, grazie alla loro stabilità chimica e capacità di sigillare ermeticamente il canale radicolare.
Infine, il monitoraggio regolare e la prevenzione giocano un ruolo cruciale. Educare i pazienti sull’importanza di evitare sostanze pigmentanti e mantenere un’igiene orale ottimale può prevenire efficacemente la formazione di nuove discromie.

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