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Apicectomia: una soluzione per le infezioni dentali resistenti

Set. 24 Blog Impianti Protesi e Impianti Salute Orale Trattamenti Dentali

L’apicectomia, chiamata anche microchirurgia endodontica, è un intervento di chirurgia orale necessario quando l’apice della radice dentale è compromessa, dalla presenza di una grave infezione, un ascesso, un granuloma o una cisti, previo trattamento canalare.

Cos’è l’apice del dente?

L’apice dentale, o apice radicolare, rappresenta la parte terminale, la punta della radice di un dente. Questa estremità della radice è il punto di ingresso per i vasi sanguigni e le fibre nervose che si estendono dalle ossa mascellari al dente, attraversando il canale radicolare e raggiungendo la camera pulpare interna del dente. La camera pulpare ospita la polpa dentale, il tessuto connettivo morbido composto dai vasi sanguigni, dai nervi e da cellule, che conferiscono vitalità e sensibilità al dente. Talvolta, quando si verificano problemi come infezioni o lesioni all’apice del dente, può essere necessario un trattamento endodontico per risolvere l’infiammazione o l’infezione.
Qualora l’intervento endodontico non riuscisse a eliminare completamente l’infezione, può essere necessario un intervento di apicectomia.

Quali sono le cause più comuni di un’infezione dentale?

La causa principale di un’infezione dentale è spesso una carie non trattata o un dente che ha subito un trauma. L’infezione dentale avviene da un’infiammazione batterica, i batteri penetrano nella polpa del dente, e spesso possono provocare un ascesso, un granuloma o una cisti all’apice del dente. Tale condizione non va mai sottovalutata e può portare a gravi complicazioni se non trattata adeguatamente. Il trattamento iniziale per questi casi è l’endodonzia, chiamata anche trattamento canalare. Questo coinvolge una serie di passaggi, tra cui la rimozione della polpa infetta dal dente, seguita dalla pulizia e disinfezione dell’area interessata. Dopodiché è necessario riempire il canale radicolare per non permettere l’infiltrazione di batteri. Tuttavia, se nonostante questo trattamento, l’infezione persiste o si ripresenta, l’apicectomia rappresenta il passo successivo per la risoluzione.

Come viene eseguita l’apicectomia?

L’odontoiatra dopo aver preso visione della radiografia, analizzando l’area infetta e comprendendo l’estensione dell’infezione e la struttura della radice del dente e dell’osso circostante, pianifica il piano di intervento. Le fasi dell’intervento di apicectomia possono essere suddivise come segue:

  1. Anestesia locale
  2. Incisione gengivale e accesso alla radice del dente
  3. Rimozione del tessuto infetto (2/3mm) e dell’apice della radice e pulizia
  4. Sigillatura dell’apice della radice con materiale biocompatibile, per evitare ai batteri di penetrare.
  5. Sutura dei lembi.

I punti sono rimossi ordinariamente dopo alcuni giorni, e il dentista eseguirà un controllo per assicurarsi che l’area stia guarendo correttamente. L’apicectomia è una procedura che può essere eseguita su tutti i denti, con l’eccezione dei denti del giudizio. Questi ultimi, infatti, in caso di problemi, sono generalmente soggetti ad estrazione piuttosto che ad altri tipi di interventi.

Quanto dura un intervento di apicectomia?

La durata di un intervento di apicectomia può variare a seconda del dente trattato, la posizione e della complessità del caso. Solitamente, l’intervento può durare dai trenta minuti ai novanta minuti. L’apicectomia è una procedura semplice che non causa particolari disagi al paziente. La differenza può variare a seconda del dente coinvolto. Ad esempio, i molari posteriori, in particolare quelli inferiori, possono essere più difficili da trattare a causa delle loro radici multiple e della loro vicinanza al nervo mandibolare.

Cosa fare dopo un intervento di apicectomia?

Dopo un intervento di apicectomia, naturalmente, si raccomanda al paziente di seguire alcune indicazioni, per garantire un recupero adeguato e minimizzare eventuali disagi. Al fine di prevenire infezioni, si promuove un’attenta igiene orale. In particolare, si suggerisce di effettuare sciacqui con clorexidina, per alcuni giorni successivi all’intervento. È altamente consigliato adottare una dieta costituita da cibi morbidi e freddi. È essenziale evitare il consumo di tabacco e alcol, perché possono interferire con il processo di guarigione. Per gestire eventuali fastidi post-operatori, l’odontoiatra prescrive anti-infiammatori, analgesici e antibiotici.
Infine, è importante notare che l’area operata dovrebbe essersi completamente rigenerata entro 6 mesi dall’intervento. Le visite di controllo e le radiografie sono strumenti essenziali per monitorare il processo di guarigione, e assicurarsi che non ci siano complicazioni.

Quali sono i rischi e le controindicazioni dell’apicectomia?

L’apicectomia è un intervento sicuro. Il principale rischio è che l’intervento possa non riuscire a eliminare completamente l’infezione, rendendo necessaria l’estrazione del dente. Inoltre, la posizione del dente può influire sui rischi dell’intervento. Per esempio, se il dente si trova in una posizione delicata, il dentista potrà utilizzare delle radiografie in 3D tipo TAC per valutare i rischi associati. In circostanze rare, potrebbero verificarsi complicazioni, come ulteriori infezioni o danni ai nervi della mandibola o della mascella. Tuttavia, è importante notare che la probabilità di tali complicazioni gravi è estremamente bassa.

Apicectomia o estrazione dentale?

In caso di infezioni dentali, può sorgere il quesito se procedere con un’apicectomia o con l’estrazione del dente. L’apicectomia, che comporta la rimozione della porzione apicale della radice del dente, è un intervento di solito semplice, che tende a fornire risultati soddisfacenti. Tuttavia, se la radice del dente è compromessa da una fessura o una piccola frattura, l’estrazione del dente diventa spesso l’unica soluzione. Come in tutte le decisioni mediche, una diagnosi accurata e tempestiva è fondamentale per il successo del trattamento. È importante ricordare che la scelta tra apicectomia ed estrazione dentale dovrebbe essere fatta in stretta collaborazione con il dentista, considerando attentamente i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna opzione in base alla condizione specifica del paziente.

 

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